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Immagine del redattoreD’Inchiostro Rosa

📚📝𝚁𝚎𝚌𝚎𝚗𝚜𝚒𝚘𝚗𝚎📝📚


Concludere “Heart under siege - Detenuto 4587” è stato un colpo al cuore. Uno di quei momenti che vorresti non arrivassero mai per paura di perdere qualcosa... nel caso specifico, personaggi capaci di sconvolgere le barriere dell’anima.


La narrazione con descrizioni semplici e linguaggio scorrevole in prima persona presente, con doppio punto di vista alternato (maschile e femminile) prende vita in capitoli brevi accompagnati da eleganti e adeguate separazioni dove necessario.


Separazioni capaci di regalarci spoiler fatti di lacrime e rabbia...


Sì, perché se penso alle “manette” mi viene sono un senso di nausea e dolore... dolore vicino ma mai uguale a quello provato durante la lettura di quelle “lettere” piene di battibecchi, richieste, speranze e silenzi.


Silenzi di quelle persone che durante la lettura avrete modo di conoscere attentamente e notare un crescendo fatto di alti e bassi di sentimenti e aspetti psicologici.


Lettere che saranno solo l’inizio di questa incredibile avventura fatta di realtà e immaginazione, bravura nell’attenzione psicologica e nella presentazione di indagini, connessioni, affetti...


Sapete quanto mi faccia antipatia parlare della trama nelle recensioni ma questa volta non posso trattenermi dal fare i miei complimenti alle autrici per la bravura nello sviluppare ogni dato legato perfettamente ad altri tasselli piuttosto complessi non solo per la tematica trattata ma anche per connessioni temporali e psicologiche.


Andiamo nel cuore della storia partendo da questo breve estratto con tanto di domanda:


“I miracoli esistono e gli angeli pure...”


Voi credete in queste figure? Pensate si possa vivere di speranza? E ancora, credete nella forza della verità?


Okay, doveva essere solo una domanda ma come si può raccogliere tutto quel flusso emotivo in un solo quesito?


Io ho sempre creduto negli angeli, nella speranza e nella verità come via per circondarsi di valori veri ma vi posso dire che soprattutto negli ultimi tempi, i primi due punti hanno fatto un gran scivolone nel mio cuore a causa di tante interferenze e se proprio devo scegliere uno dei tantissimi messaggi donati da questa storia allora punto il dito proprio per questo.


Per quella forza che l’amico prete ha donato a Tate quando ha pregato per un segno; per quella valvola di ascolto che la protagonista ha donato al nostro amico assente di nome in quel posto dove tutte le persone con un colore preciso sono definiti detenuti; a quel legame scontro e amore infinito che lui, il nostro Colin ha permesso a se stesso prima di tutto e poi a quelle figure secondari necessarie in questa meravigliosa storia cruda ed emozionante.


Ecco lettoriiii, ho ripetuto più e più volte la parola “dono” e il verbo legato per un motivo preciso: perché donare una parte di noi, una semplice attenzione, un banale sorriso, un coraggio spinto dal bisogno anche personale non toglie mai nulla di cui lamentarsi, anzi, regala così tante emozioni di cui andare fieri...


In questa storia si vede l’animo umano per ciò che è realmente: una fusione di colori che dal bianco più puro arrivano a toccare la paurosa oscurità rendendoci chiaro quanto la nostra forza dinanzi al timore, al giudizio, diventa una fiammella inutile se non alimentata dalla volontà e dal coraggio fabbricabile passo dopo passo.



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