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✨ℝ𝕖𝕔𝕖𝕟𝕤𝕚𝕠𝕟𝕖✨

Immagine del redattore: D’Inchiostro RosaD’Inchiostro Rosa

“Un sorriso consapevole le illuminò il viso. Lo sapeva, il suo cuore lo sapeva già. Doveva solo ringraziare il passato e lasciarlo andare senza bloccarlo tra le righe del tempo.”


Mettere la parola fine alla lettura di questo libro è una sfida bella difficile. È come se un pezzo del proprio cuore fosse finito in mezzo a quelle carte visibili all’interno del cofanetto in mezzo al lago.


Sì, è sotto gli occhi della protagonista in copertina che sembra sorridere, anche se mostrata di spalle, come a volerci dare la carica giusta per andare avanti, per non abbatterci mai, proprio come ha fatto lei, che in breve tempo ha risentito terremoti causa di dolore e rabbia.


Più volte mi sono dovuta fermare per colpa di quelle parole così dirette eppure così confortevoli.


Troppe volte mi sono alzata con una parolaccia pronta a uscire dalle labbra sperando che non accadesse niente di brutto ma quando la guerra butta a terra con violenza le porte non c’è barriera che tenga, non esiste preghiera e comprensione.


I racconti diretti che conservo con gioia e dolore nel cuore provengono dalla mia cara nonna che appena poteva mi fermava per raccontarmi della sua vita passata tra bombardamenti, dispersi e amori attesi.


Certo, si tratta della seconda ma la prima guerra mondiale con la sua incertezza e “fregatura” descritta con minuziosità dalla singola voce narrante al passato, ha così tanto di uguale…


La guerra è sempre guerra: distruzione fisica e psicologica. Perdita, terrore e orrore di persone appese al filo dell’attesa, alla paura della morte, al rimorso di ciò che non è stato fatto…


La nostra guida in questo percorso fatto di capitoli lunghi con titolo specifico e ben evidenziati in caso di salti temporali, è Isabel.


Giovane e bellissima donna nelle sue imperfezioni, cresciuta sotto i nostri occhi, ogni giorno di più nell’anima e nel fisico.


La sua allegria è contagiosa come la rabbia e apprensione per la partenza improvvisa del padre.


Il suo amore segreto e poi esplosivo per quel docente arrivato come una dolce carezza del vento è una scarica di adrenalina soprattutto tenendo conto di quel dolore visibile sul volto di tutti in quel piccolo paesino tra le montagne e non solo.


Quella piccola e armoniosa bolla di serenità ci avvolge per alcuni tratti. Come a voler estraniare per minimi istanti il lettore da scomode realtà.


Ecco, sicuramente questo è un aspetto da non sottovalutare dato che a tenerci compagnia nel susseguirsi dei capitoli saranno anche momenti di quotidianità quali possono essere il rapporto con la migliore amica e con i compagni simpatici e non, il rapporto con i fratelli e con coloro che hanno visto la nostra amica ogni giorno più grande.


Sono attimi che fanno pensare alla vita in tutte le sue sfumature personali e altrui.


Si potrebbe dire che Isabel è un libro aperto che spesso tende a far accavallare le parole per timore che il lettore possa scoprire misteri incomprensibili anche alla sua mente tanto sicura quanto fragile.


In questo percorso che la vedrà in prima linea contro la stupida opinione che “una donna non può essere medico”, la disperazione e la corsa contro il tempo per salvare gli uomini feriti, le descrizioni non mancheranno di stupire in quei tratti narrativi che sembrano voler risaltare rispetto ai dialoghi o alle lettere così emozionanti da togliere il respiro.


Non mancheranno figure secondarie, spunti di riflessione e culturali capaci di frenare il ritmo di lettura per godere di ogni minimo aspetto impeccabile nelle azioni, nel carattere ben delineato, in scivoloni psicologici che mettono anche un certo pizzico di suspense e in situazioni che al posto di essere dimenticate o meglio dire raccontate con frettolosità, dovrebbero essere uno specchio sempre presente per imparare… imparare, affrontare e mai dimenticare.



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