“Nella vita non puoi mai sapere quando ti arriverà un pugno e da che parte, o un enorme colpo di fortuna.”
Avrei dovuto scrivere questa recensione mesi fa per seguire il ritmo delle mie compagne e per partecipare anche a quello scambio di messaggi sempre di tanta compagnia. Ma ci sono situazioni che anche se banali, a volte diventano difficili da gestire, scogli insormontabili che osservi dall’angolo senza sapere cosa e come fare.
La mia avventura con questo libro è stata un continuo alto e basso ma non di certo per la penna dell’autrice o per la commedia romantica frizzante e piena di spunti di riflessione culturali (dato che il ritrovamento di un reperto archeologico ci porterà a fare scoperte entusiasmanti oltre a seguire i ragionamenti dei nostri amici) e interiori (perché quel muso duro riescono a tenerlo solo tra di loro ma non di certo con chi impara a leggerli in modo cristallino).
È stato un viaggio turbolento perché vita privata e storia narrata non sono riusciti a trovare il giusto momento per fondersi, per trovare il giusto equilibrio, un po’ come i nostri personaggi che in capitoli al presente, con punto di vista alternato (in voce maschile e femminile) lunghi all’inizio e poco per volta sempre più brevi fino a diventare un flusso avvolgente si sono odiati, amati, allontanati e ritrovati continuamente facendo ammattire il lettore incapace di tifare per l’uno o per l’altra.
Per la prima volta nella mia vita da lettrice ho avuto timore di tornare a quella lettura, di non amarla come avrei dovuto e di non notare tutti quei dettagli descrittivi, emotivi e lavorativi che hanno reso questo viaggio ancor più vero.
Come loro, appena ne ho avuto la possibilità anche io sono scappata...
E quindi da una forzatura iniziale ho lasciato la presa attendendo il tempo giusto, l’attimo in cui quel 47% di lettura sarebbe tornato vivo nei miei pensieri per essere vissuto nel modo giusto.
Così è stato lettoriiii: Ho cliccato con timore quella copertina ma in una notte sono arrivata ai ringraziamenti sentendomi capita da quei personaggi che tra pregi e difetti hanno amato anche me, mi hanno accolta a braccia aperte permettendo un confronto di paure, chiarezza di figure secondarie fondamentali nella storia anche se alcune con semplice ruolo di comparsa.
Abbiamo abbassato le difese facendoci trasportare dall’ascolto reciproco. Abbiamo imparato a sfondare il muro del pregiudizio e di quelle parole rimaste sulla punta della lingua.
Abbiamo imparato ad osservare prima di ascoltare, a confrontarci prima di emettere sentenze.
Siamo ripartiti insieme per quel viaggio che faceva ballare la bilancia perché quando si ha un sentimento intenso non si ha fretta di viverlo, non ci si rinuncia al primo ostacolo come spiega una figura che dal suo posto di comparsa regala così tanto su cui riflettere.
Ci siamo trovati in famiglia e anche lì abbiamo riscoperto affetti profondi, siamo tornati sulla striscia di inizio e da quel punto siamo partiti con un sorriso vero, più forte, più magico perché carico di tutto il turbamento passato, di quel dolore, del senso di inadeguatezza e paura di soffrire/far soffrire.
Ci siamo salutati felici di aver trovato ognuno il giusto lieto fine.
Scuse e ringraziamenti si spintonano per chi deve avere il primato nella conclusione di questa recensione perché cara autrice mi spiace aver raggiunto solo ora il mio attimo di recensione ma ti ringrazio per inconsciamente avermi aspettata e per avermi regalato un mix di emozioni grazie alla tua fantastica storia.
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