“Ridere è l’unico modo tangibile per allontanare la morte, perché quando noi ridiamo, viviamo.”
In questo momento, nella mia testa, è presente uno schema ben preciso che vede questo e tanti altri estratti, legati da un filo invisibile e con una sequenza precisa.
C’è un motivo che potrebbe anche sembrare banale ma che mi ha portato tanto a riflettere insieme al nostro Campione che prima di essere un pugile, cameriere, personaggio pubblico, comico o come volete voi definirlo… è un campione nel vero senso della parola proprio perché è una persona sincera e pura di cuore.
Ciò che mostra a tutti coloro che non sanno osservare oltre è la fantastica maschera della battuta pronta al momento giusto, dello scherzo su tematiche forti che non tutti siamo in grado e disposti a prendere e far rimbalzare a nostro piacimento.
Ci si tira indietro dinanzi a una grossa sfida con se stessi, con il proprio nome celato da uno pseudonimo forse importante… o forse no.
Ci si sente sbagliati nei difetti del proprio cammino, nel riflesso dello sguardo di chi dovrebbe essere sempre pronto a sostenerci e ad accompagnarci.
Forse é anche questo a spingere la nostra coscienza a mostrarsi in tutta la sua crudele, spinosa e meravigliosa bellezza.
Il cuore è più morbido alle critiche. Si lascia conquistare più facilmente dai vizi, dai ricordi dolorosi e dai sogni chiusi nel cassetto ma la mente… eh, lei cammina su di un binario tutto suo.
Lei è quella che conquista con la sua travolgente acidità, quella che istiga per poi sparire, quella che non ha foglie sul gambo ma solo spine che con la loro puntura segnano un passaggio, una barriera affrontata, una consapevolezza conquistata.
La narrazione in prima singola persona presente vola in capitoli di media lunghezza presentati con titoli specifici che lasciano al lettore un minuscolo spoiler.
Anche se poi arriva una certa Lei/Lui a far crollare l’entusiasmo del nostro protagonista e non solo sotto i piedi.
Rosa Spina, presente nella prefazione del testo e in quasi tutto il romanzo come personaggio di dialogo diretto/indiretto, esistente/non esistente, risalta con colori intensi su quella copertina dove a primeggiare sono colori neutri o delicati quali bianco, nero e rosa confetto.
L’armonia si spezza e si ottiene grazie a lei, che tra le labbra strette in un sorriso da faccia tosta si mostra con rigidità di forma e fascino proprio del suo genere.
Lei è compagna e guida verso una narrazione di fatti esilaranti e non. Di attimi crudi quali possono essere le porte in faccia, le delusioni forse nate dalla troppa fiducia… ma anche in quelle azioni “oltre la maschera”.
L’ultimo concetto desidero evidenziarlo più e più volte per la sua importanza e delicatezza all’interno della nostra storia.
Scivolata ai piedi quella bella corazza, si mostra ai nostri occhi, un ragazzo come tanti. Che come tanti affronta l’incertezza lavorativa accontentandosi di abbassare la testa per portare a casa il necessario per vivere.
Un ragazzo che scivola via dal dolore con questa descrizione: “quando le cose si fanno facili tu molli tutto, mentre quando le cose sono difficili tiri fuori il meglio di te.”
La conclusione del periodo è un inno che solo chi ama davvero il suo amico, chi osserva negli occhi di incredibile bellezza tanto in contrasto con il naso rotto, i lividi sparsi e i tagli sul volto, può trovare: “sei un guerriero!”
Loro, personaggi secondari e principali, nell’avventura fatta di momenti esilaranti, battute comprensibili e non, periodi riflessivi, alcuni semplici e altri da schiacciare il cuore, si mostrano come necessari accanto a descrizioni precise e dettagliate per rendere questo viaggio semplicemente speciale nella sua perfetta armonia tra finzione e realtà.
“Adesso non c’è più spazio per qualcuno che ti dica che non vali niente. … Perché ora anche tu sai quanto vali!”
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