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Immagine del redattoreD’Inchiostro Rosa

Recensione - Mia bellissima

Una storia per colpire il cuore di chi ascolta o legge, deve raccontare di personaggi reali.


Sembra una sciocchezza scrivere un romanzo mettendo giù caratteri specifici ma così non è perché un racconto inizia a parlare solo se sono i personaggi a farlo parlare.


In tutte le storie che ho avuto il piacere di leggere di Kiara ho riscontrato questo dettaglio essenziale in grado di rendere una vicenda vicina al cuore di chi rimane incantato.


La sua scrittura che divide questo romanzo in tre parti accompagnate da citazione e titolo specifico, scorre veloce passando tra dialoghi e narrazione, passato e presente, voci alternate e descrizioni dettagliate rimanendo concentrato in capitoli brevi che puntano l’attenzione del lettore su particolari aspetti.


Alcuni di questi potrebbero proprio essere i caratteri specifici dei personaggi ma non solo…


In questa storia narrata al presente dalle voci alternate dei protagonisti (tranne per l’epilogo con stesso tempo verbale) si sente il bisogno di soffermarsi ad analizzare una serie di comportamenti e battute che legati a quelli delle ulteriori figure principali e secondarie portano a un continuo cambio di prospettiva e forse anche a una lettura più specifica e neutrale.


All’apparenza un giovane professore gentile ma distaccato potrebbe sembrare contorto negli atteggiamenti più e meno cordiali, più e meno coinvolgenti per una studentessa colpita dalla freccia di Cupido.


Una fanciulla all’apparenza fragile e bella come un fiore delicato ma in grado di scalare una montagna contro le quattro stagioni insieme pur di raggiungere quello spiraglio di felicità desiderata, voluta, in parte anche tolta da una figura che seppur secondaria in questo romanzo avrà una parte fondamentale da leggere con estrema attenzione e nel suo insieme per non cascare in veloci pregiudizi spinti anche dalla costa opposta del mare: una famiglia amorevole nei modi e nelle attenzioni, pronta a chinare il capo per un amore mai dimenticato, per un dolore forse non del tutto affrontato.


Perché la verità alla fine è questa… nei romanzi, così come nella vita di tutti i giorni è naturale trovare persone imperfette, con scheletri nell’armadio e speranze sospirate alle stelle.


È normale rifugiarsi nelle promesse per poi pentirsene.


Così come è normale correre e cadere in un continuo e continuo video a ripetizione.


Siamo fatti di una ricchezza indescrivibile proprio come quelle meravigliose terre citate e raccontate o come quell’arte che accompagna tutto il nostro cammino.


Per questo siamo pronti a leggere storie che parlano di un’amicizia più forte del tempo, della distanza, dei litigi e della crescita; di un amore forte a tal punto da distruggersi e riformarsi, ricordare e cancellare, sparire e ritornare, abbandonare per proteggere l’altro e tornare per sostenerlo; di rapporti familiari basati sul dialogo, quelli fatti di parole dolci e altri basati sul continuo errore; di adolescenza, età adulta e nuove sfide; giochi d’infanzia e crescita che porta lo stesso lettore a crescere, scoprire se stesso e innamorarsi ogni giorno di più di tutto ciò che lo rende perfettamente imperfetto come i personaggi del nostro meraviglioso viaggio.


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