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Immagine del redattoreD’Inchiostro Rosa

Recensione - Ti sillogismo ancora


«Non devi dominare da sola. Devi dominare con me».


Premetto che in questa recensione troverete parecchie frasi che mi hanno colpita e che non sono riuscita ad abbandonare… mi sono trattenuta però… ho fatto una scelta molto accurata mettendo sulla bilancia anche estratti solo all’apparenza similari che poi alla fine mi hanno portata a conclusioni diverse, immagini a volte complicate da digerire altre invece fonte di stimolo come quella che ho pensato di proporvi in apertura.


“Con me” sono le parole che hanno colpito al cuore… con me… al mio fianco, appoggiata alla mia schiena, davanti ai miei occhi…


Io vedo questa bellissima Unione di scatti quando penso a quelle paroline vicine, brevi eppure non uguali come i nostri amici… stesso contesto ma con due realtà diverse; stesso amore ma mai uguale perché …


“.

«Cosa vedete quando mi guardate?» domandò a tutta l’aula.

Il silenzio e i volti degli studenti che si scrutavano l’un l’altro furono l’unica risposta.

Paride aprì le braccia. «Avete l’occasione di dire tutto quello che pensate, senza conseguenze, quindi... cos’è che vedete quando mi guardate?»

«Un uomo.»

.”


Siamo uomini… siamo fatti di errori, di cadute, di avventure, scoperte, rimpianti e speranze. Siamo fatti di ricordi e cicatrici, bisogni e passioni.


Siamo uomini e per questo sbagliamo ma impariamo, per questo ci cerchiamo per poi odiarci e tornarci ad amare.


Abbiamo bisogno di continui alti e bassi, scossoni e certezze per assaporare ciò che di nuovo il destino ci vuole offrire e ciò che già si ha accanto, mobile e per questo bisognoso come noi di tutto quel processo espresso prima, di contrasti combacianti e mai affini.


Che bello non è vero? Tornare a quel punto sicuro del “con me”, insieme, mano nella mano, accanto, spalle contro spalle, occhi negli occhi a combattere il passato che in questo romanzo torna più doloroso spingendoci a provare vergogna e rabbia per la piccolezza dell’essere spinto da stupidità, cattiveria, passioni malate.


Senza scendere troppo nei dettagli, a metterci subito nel cammino chiamato Sfida è il dolore sotto forme diverse… un tipo di tristezza e perdita che porta a essere imprudenti, a parlare senza controllo, a farsi male per dimenticare, per punirsi per poi ripartire da se stessi, tornare ad amarsi di più, a comprendersi e attendersi.


«Vi siete fatti male, Paride, come ce lo siamo fatto io e Rebecca. Come ce lo siamo fatto noi e abbiamo amato la stessa donna per poi scoprire che non era quella giusta per nessuno dei due.»


Ecco la grande capacità dell’uomo che in questo romanzo prende vita attraverso le parole di grandi filosofi che ci travolgeranno durante le ore di lezione in aula e fuori portandoci ad assaporare il senso della vita, al confronto con lo specchio e verso la comprensione di ulteriori storie e misteri che vedranno coinvolti altri personaggi, scene dettagliate e dialoghi emozionanti, crudi, passionali e preoccupanti… il tutto all’interno di capitoli narrati con una singola voce in terza persona al passato che sente la necessità di affrontare, senza un ordine preciso, molte delle figure principali e secondarie per comprendere loro e noi ulteriori dettagli che come pezzi del puzzle attendono solo di essere messi nel giusto posto.


.”

… Perché sono convinta che tu sei la mia parte di anima complementare, professor Bassarini, e nessun’altro potrà mai prendere il tuo posto.»

.”




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