“Pensavo che i rapporti fossero così, che un uomo non dovesse corteggiarmi o necessariamente metterci quello sforzo in più. Pensavo che la donna dovesse fare la differenza, seguire il suo uomo come una paperella segue la sua mamma, assecondarlo, forse addirittura adorarlo. Non mi rendevo conto che proprio da quell’adorazione derivava tutto il peggio. Perché mettersi in adorazione di qualcuno significa elevarlo a un livello più alto del tuo.”
Un po’ lungo come estratto da riportare in una recensione vero? Ma come fare a trascurare anche una sola frase?
Nelle parole tratte dal romanzo è racchiusa l’essenza del nostro viaggio: un percorso in cui l’unica voce narrante, ci accompagnerà nel suo passato più e meno lontano mostrandoci la parte più intima di sé.
La nostra Stella è proprio come ciò che il suo nome vuole rappresentare… una meravigliosa creatura da osservare ma complessa da studiare, comprendere nel complesso perché alla fine non si può dire di non conoscere qualcuno senza aver messo sul tavolo ogni aspetto della sua esistenza, compreso il rapporto con gli altri.
Questo sarà un tasto dolente per la cara amica ma anche per noi che insieme a lei cercheremo di scavare nella nostra quotidianità, nei reali bisogni e anche in quella relazione con l’altro che costantemente cerchiamo di portare avanti.
È un romanzo dove dialoghi e battute fanno da sfondo regalandoci spensieratezza così come l’amore per la propria terra d’infanzia, per la famiglia e per coloro che nonostante tutto ci sono sempre stati ma è anche un viaggio che desidera parlare al lettore, stuzzicare continuamente la sua attenzione per concentrarla su aspetti caratteriali ben armonizzati con il personaggio principale e secondario in questione.
È un racconto che attraverso capitoli lunghi ci invita in un viaggio tra le stelle per poi tornare a terra con nuove conoscenze, forse anche incertezze che alla fine fanno parte del gioco.
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