“A volte ci penso, sai, le mie prime volte sono state tutte con te.»
«Finché starai con me, avrai l’occasione di fare tante cose belle e brutte per la prima volta.» “
Già da questo estratto è possibile capire qualcosa dei nostri amici tanto diversi eppure legati da dolori vicini.
Monique e Nikolay non hanno niente a che vedere con l’idea di coppia ordinaria… nel loro rapporto nulla è chiaro, nulla è puro è sicuro ma in quell’incertezza loro e noi, lettori travolti dai capitoli brevi ed intensi in descrizioni veloci e dialoghi emozionanti, riusciamo a trovare pace, a dare un senso a ogni azione, parola.
Sappiamo che quell’amore è tutto il contrario di ciò che il comune vuole… siamo consapevoli dei rischi, del marciume nascosto in quelle conoscenze e frequentazioni ma non possiamo farne a meno.
Non possiamo allontanarci da quel luogo, da quelle persone, da quel mondo a cui in parte sentiamo di appartenere.
Attraverso le parole di Monique, ci rifugiamo tra quelle mura e tra quelle anime che ogni giorno sembrano mettersi più a nudo rammentando ricordi, desideri e bisogni.
Lei ha bisogno di scappare e noi di non lasciarla.
Lei ha bisogno di ricostruirsi ed è nostro compito aiutarla.
Con i pensieri di Nikolay invece ci inoltriamo in un campo complesso, angusto ma l’unico possibile.
Il suo cuore è contaminato da così tanto dolore da accecarlo.
L’unico spiraglio di luce sembra quella bambina per cui prova sentimenti difficili come la lettura della sua mente: fitta ragnatela resa rigida dal tempo.
Ho deciso di iniziare la mia recensione con una personale analisi dei personaggi principali perché oltre a condurci verso una storia emozionante, avvincente e ricca di spunti riflessivi, ci accompagnano nell’intricato mondo della mente umana.
A parlare per loro sono gli eventi della vita che rischiano di sopraffarli se presi singolarmente ma polvere nel vento se dinanzi a loro trovano una famiglia pronta a morire per proteggersi.
Questo flusso narrativo racchiuso in capitoli brevi con POV alternato, non vuole lacrime ma grida di essere ascoltato nel profondo, di essere letto per ciò che vuole raccontare… con la sua rabbia mista a pura passione, con un amore poco ordinario ma non per questo meno forte, con la complessa esigenza di essere amati e protetti quando i legami che ci hanno cresciuti scompaiono dell’aria.
Ci chiede di scendere più a fondo negli atti violenti e di non dare mai nulla per scontato e sicuro perché nulla è certo… nulla è pari al gioco del destino.
È un romanzo che attraverso la prima persona presente ci conduce in angoli di mente e cuore da scoprire con attenzione prima di continuare il cammino in compagnia di figure principali e secondarie indimenticabili.
A rendere tutto più emozionante ci pensano riferimenti linguistici e culinari tipici di uno dei lunghi trattati.
Ecco ora la mia domanda… siete pronti a viaggiare verso una “prima volta” in compagnia di questa storia?
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